LA BIRRA DI CUORE NERO

Meditate gente, meditate… 

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Un brindisi all’ Olocausto fanzine-choc dei neonazisti

MILANO – Un brindisi all’ Olocausto. Una pinta di birra e, come sfondo, l’ entrata del campo di sterminio di Auschwitz. Con una didascalia irridente: Birra d (‘) annata. Nel giorno in cui otto ultrà "neri" dell’ Hellas Verona finiscono in manette per il pestaggio – il 4 gennaio scorso – di un gruppo antagonista (tra cui una donna ferita gravemente al volto con un posacenere); nel giorno in cui, a Roma, prende il via il processo a una ventina di teppisti di destra per gli assalti alle caserme seguiti alla morte dell’ ultrà laziale Gabriele Sandri (l’ 11 novembre 2007), dal laboratorio della nazifascisteria esce l’ ultima, agghiacciante, trovata. L’ idea è dei militanti di Cuore Nero, il circolo neofascista milanese che ha coagulato attorno a sé diverse anime della galassia estremista cittadina. Nella copertina di "Doppio Malto" – sottotitolo "fanzine alcolica milanese", una specie di house organ mensile dei camerati – ecco uno skinhead in primo piano. Torso nudo, jeans e bretelle, le braccia tatuate con spade e dragoni. Con quello destro solleva un boccale di birra: niente di straordinario se dietro non ci fosse una foto in bianco e nero. L’ ingresso del lager di Auschwitz. Un cancello di ferro aperto, un viale, in lontananza due automobili delle SS. Grazie a un fotomontaggio, al posto della famigerata scritta «il lavoro rende liberi» posta sopra il varco di accesso al campo di sterminio, compare «Cuore nero brewery»: letteralmente, «Birrificio Cuore nero». Di brindisi, infatti, si tratta. La copertina è del numero di giugno 2008, ma se ne ha notizia solo oggi. Ora è probabile che la magistratura possa interessarsene, ipotizzando il reato di apologia del nazismo e istigazione all’ odio razziale. «Noi siamo ciò che facciamo!» è lo slogan che campeggia sul sito di Cuore Nero. Il circolo di via Pareto – zona cimitero Maggiore – è gemellato con Casa Pound. I suoi fondatori e responsabili sono Alessandro Todisco detto "Todo" e Roberto Jonghi Lavarini. Il primo è un ultrà interista degli Irriducibili, già condannato a un anno e un mese per istigazione all’ odio razziale e partecipazione a struttura clandestina nell’ ambito dello scioglimento di Azione Skinhead, e raggiunto dieci giorni fa da un’ ordinanza cautelare per i disordini scoppiati (anche) a Milano l’ 11 novembre 2007 per l’ omicidio Sandri. L’ altro, Lavarini, già presidente per An in consiglio di zona 3, è stato candidato al comune di Milano e attualmente è confluito nel Pdl con il suo comitato "Destra per Milano". Una storia travagliata, quella di Cuore nero. La notte prima dell’ inaugurazione, l’ 11 aprile 2007, la vecchia sede subì un attentato incendiario che distrusse l’ ex negozio di lapidi che doveva ospitare i camerati. Il 6 settembre 2008, dopo molte proteste, l’ apertura della nuova sede in via Pareto, già sede del negozio di abbigliamento da stadio della linea "Calci & Pugni". L’ attività del circolo, sostenuto anche da alcuni rappresentanti cittadini di An, ha preso il via. Raduni ma soprattutto concerti di nazirock e "musica alternativa". E la fanzine "Doppio Malto". Una ventina di pagine con cui, già nel titolo, i neofascisti celebrano la totale dedizione agli alcolici, in particolare alla birra, di cui si dicono fieri. Cuore nero è frequentato da skinhead, ultrà delle due curve milanesi, vecchie e nuove leve dell’ estremismo nero. Tra i suoi finanziatori l’ ex terrorista dei Nar Lino Guaglianone. Un robusto sostegno, in termini politici, è assicurato anche da esponenti di An. «E’ assurdo – dice Saverio Ferrari, dell’ Osservatorio democratico sulle nuove destre – che mentre il partito si batte per la legalità a Milano, non prenda le distanze da chi addirittura irride l’ Olocausto»

Paolo Berizzi – Repubblica 6 febbraio 2009

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