La manovra finanziaria da 45 miliardi che il governo ha presentato oltre a massacrare i diritti dei lavoratori, dei pensionati e lo stato sociale intende spostare o sopprimere le festività civili, cioè 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno, che segnano l’identità storica e culturale del nostro Paese: Festa della Liberazione, Festa del Lavoro e Festa della Repubblica. Feste che per anni fascisti e neofascisti (e negli ultimi tempi anche leghisti) hanno cercato di cancellare senza successo proprio perché sono fondative della nostra Repubblica e fondamentali per i diritti dei lavoratori.
Oggi, in maniera davvero surreale si dice che la loro abolizione aiuterebbe di qualche 0 per cento la crescita del pil facendo lavorare gli italiani tre giorni in più all’anno (e magari lasciandoli in cassa integrazione per i restanti 362).
Il decreto presentato dal governo non chiarisce se tali festività saranno spostate il lunedì o il venerdì della settimana in cui cadono o addirittura festeggiate di domenica (e quindi di fatto soppresse).
Resta il fatto che oltre all’iniquità e all’ingiustizia che sono alla base della manovra e dell’azione di questo governo c’è anche un tentativo strisciante di far sparire date che sono la nostra storia e la nostra memoria.
Anpi zona 8 – Comitato antifascista zona 8
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