Salutiamo due partigiani

Cara Ceda e caro don Andrea Gallo

ci mancherete tanto

 

 

Sesto piange la partigiana 'Ceda', volto e simbolo della Resistenza

 

 

 

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Per Alberto Brasili

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“Alagna, fermate le liste fasciste e neonaziste”

nazista testa di merda

Il M5S porta il caso in Parlamento. Il candidato sindaco per il Movimento nazionalista e socialista dei lavoratori l’anno scorso aveva patteggiato 7 mesi per atti vandalici alle lapidi partigiane e alle sedi dei partiti di sinistra a Pavia

Stop alle liste fasciste e naziste al Comune di Alagna Lomellina. Il governo faccia rispettare la Costituzione e le leggi vigenti in materia che vietano sotto qualsiasi forma la ricostituzione del partito fascista». L’interrogazione con carattere d’urgenza è stata presentata da alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle al ministro dell’Interno, Angelino Alfano. Primo firmatario, il pavese Luis Alberto Orellana.

Alagna ha poco più di 900 residenti, di cui 775 aventi diritto al voto: potranno scegliere, tra cinque liste, due di esponenti locali e tre ispirate a movimenti nazionali. All’ultimo momento, alla presentazione delle liste, in municipio, si sono presentati anche i rappresentanti di “Nsab-Mlns” (Nationalsozialistische arbeit bewegung-Movimento nazionalista e socialista dei lavoratori) e “Fascismo e libertà”.
«Al netto dei programmi politici ed elettorali delle suddette liste, ascrivibili a tematiche di marcata valenza territoriale ed amministrativa – è scritto nell’interrogazione parlamentare firmata da Orellana – le dizioni letterali si pongono apertamente in contrasto con la disciplina costituzionale ed ordinaria». E aggiungono i parlamentari di M5S: «La XII disposizione transitoria e finale della Costituzione dispone che «è vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista».
«E’ sorprendente che sia consentita a queste due liste la partecipazione alle elezioni amministrative – afferma Luis Alberto Orellana – E’ chiaro che provino a presentarsi in piccoli Comuni, ma bisogna capire come sia stato possibile: una è di ispirazione fascista, l’altra addirittura nazionalsocialista con la sigla in lingua tedesca. Nell’eventualità in cui qualcuno dei candidati di queste due liste sia eletto, noi chiediamo sin da adesso che sia sciolto il consiglio comunale».
«Le sigle sono esplicite – afferma Giuseppe Abbà, segretario provinciale di Rifondazione comunista –. Mi sembra davvero troppo che sulla scheda elettorale finiscano liste del genere. La Costituzione vieta la rinascita del partita fascista. Se nessuno dice nulla, vengono sdoganati».
Fa capo alla Prefettura la commissione che valuta liste e candidati. Il prefetto di Pavia, Giuseppa Materia Strano, spiega: «Risponderò alle richieste eventualmente derivanti dall’interrogazione parlamentare. Per ora dico solo che una delle due liste era già stata presentata in Piemonte nel 2010 e non erano state riscontrate irregolarità. In ogni caso, la commissione elettorale che le ha esaminate entrambe non ha riscontrato violazioni di legge per escluderle».
Riccardo Ferrari, sindaco uscente di Alagna si dice «perplesso». «Mi è sembrato strano che siano state accettate due formazioni che si rifanno a valori e a terminologie condannate dalla nostra Costituzione – commenta – Probabilmente i candidati di queste due liste hanno fornito spiegazioni ritenute sufficienti dalle istituzioni preposte alle operazioni elettorali. Ma, ripeto, sono perplesso di fronte a uno Stato che, nel suo atto fondamentale, dichiara solennemente di rifiutare la violenza e poi ammette al voto democratico formazioni che rimandano a epoche in cui si esaltavano la violenza e la morte».
Ferrari, poi, accenna anche alla lista dei Pirati, che correrà alle elezioni amministrative con Franco Luigi Erminio Sai. «Questo movimento presenta un teschio e due spadoni, simboli che rievocano in modo inequivocabile la violenza: forse anche in questo caso andrebbe fatta una riflessione», afferma il sindaco uscente.
Il 24enne Matteo Cantù guida la lista Movimento nazionalista e socialista dei lavoratori: abita a Bereguardo ed è senza occupazione, l’anno scorso aveva patteggiato in tribunale sette mesi di reclusione (pena sospesa) e 80 euro di multa dopo aver confessato di avere danneggiato le vetrine delle sedi politiche dei partiti della sinistra in via Ferrini e del Pd in via Fasolo. «Il nostro movimento è già da tempo sotto i riflettori della magistratura, ma è stato ribadito in più occasioni che noi non violiamo la legge Scelba del 1952, che vieta la riorganizzazione del disciolto partito fascista – commenta Cantù – Tanto è vero che abbiamo già partecipato a diverse elezioni amministrative, in particolare nelle province di Varese, Como, Verbania e Novara».
Ora il Mlns si presenta anche ad Alagna, paese con un numero di abitanti inferiore a 1.000 in cui non è necessario raccogliere le firme per la presentazione della lista. «Noi ci rifacciamo agli ideali del nazionalsocialismo storico, quello tedesco di Adolf Hitler», precisa Cantù. L’iniziativa del senatore Orellana è commentata così dal 24enne di Belgioioso: «Si preferisce sempre evitare il confronto».
(Ha collaborato Umberto De Agostino)

http://laprovinciapavese.gelocal.it/cronaca/2013/05/04/news/alagna-spuntano-le-liste-neonaziste-1.6999111

 

 

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E’ bufera sul ‘gerarca’ Turci. Lui non si pente: “Lo rifarei”

La vicenda del capogruppo di Fratelli d’Italia alla Provincia di Milano alla guida del corteo neofascista. Il presidente Podestà (Pdl): Ricordare è giusto, ma senza simboli antidemocratici. E lui non ci rappresenta”

di ANDREA MONTANARI

Scoppia la polemica su Massimo Turci, ex capogruppo del Pdl in Provincia di Milano e oggi capogruppo di Fratelli d’Italia, dopo la suapartecipazione nel ruolo di “gerarca” alla manifestazione dell’estrema destra che una settimana fa ha ricordato l’assassinio di Sergio Ramelli, Enrico Pedenovi e Carlo Borsani. Al presidente della Provincia, Guido Podestà, non sono piaciuti i saluti fascisti, le croci celtiche sulle bandiere dei manifestanti e nemmeno l’invito dell’ex pidiellino: «Camerati attenti, abbiamo la capacità di resistere perché dal ’46 a oggi siamo qui, siamo in molti e ci saremo sempre. Anche se cercano di fermarci con le botte, le pistole e con la legge».
Il numero uno di Palazzo Isimbardi tiene a precisare che la presenza di Turci, che ricopre anche la carica di presidente della commissione provinciale Antimafia, «era a titolo personale». Podestà lo dice chiaro: «Un conto è onorare i morti, a qualsiasi parte politica appartengano; un

altro è utilizzare in una manifestazione simbologie che richiamano a concezioni lontane dal nostro modo di concepire la libertà e la democrazia. Dobbiamo impegnarci tutti perché questa pagina terribile non si ripeta. Mi meraviglia che Turci si sia comportato in questo modo». L’opposizione di centrosinistra protesta. Il capogruppo del Pd in Provincia, Bruno Ceccarelli, attacca: «È un fatto gravissimo. Ancora più grave che Turci abbia detto “Tentano di fermarci con la legge”».

Il segretario provinciale del Pd, Roberto Cornelli, definisce il fatto «incredibile» e chiede a Podestà «di revocare a Turci la presidenza della commissione antimafia». Una richiesta sulla quale, però, Palazzo Isimbardi oppone un secco no comment. Il presidente del consiglio provinciale Bruno Dapei, anch’egli del Pdl, si smarca invece da Podestà. Non prende le distanze dal comportamento di Turci, ma rilancia: «Non ho visto i filmati della manifestazione ma mi stupisco della polemica».  Turci, invece, conferma tutto. Anche se precisa di aver parlato solo quando il corteo è arrivato in viale Lombardia per commemorare Pedenovi: «La voce di chi incita i camerati non è la mia  dice  ma per il resto confermo quello che ho detto e non me ne pento. Sono cose che penso, se dovessero chiedermi di parlare anche il prossimo anno sono pronto a ripeterle. Non vedo proprio cosa ci sia di strano».

Il capogruppo di Sel in Provincia, Pietro Mezzi, non ci sta e reagisce: «È inaccettabile che una persona che ricopre un ruolo istituzionale abbia manifestato alla presenza di bandiere con simboli fascisti. Come minoranza ne chiederemo conto al presidente Podestà». La Provincia, per parte sua, ribadisce di essere stata da sempre in prima linea nel ricordo di tutte le vittime degli anni di piombo. A cominciare dal premio per gli studenti che ogni anno viene assegnato da una giuria presieduta da Mario Calabresi.

 

http://milano.repubblica.it/cronaca/2013/05/05/news/e_bufera_sul_gerarca_turci_lui_non_si_pente_lo_rifarei-58067411/

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