Nazi-affittopoli

Per 3302 euro l’anno Aler ha concesso a trattativa privata la sede di viale Brianza 20 ad Hammerskin. Un articolo interessante di Gianni Barbacetto sul Fatto quotidiano

Milano c’è anche un’Affittopoli nazista. Non ci sono solo gli appartamenti di enti pubblici concessi a prezzi di favore agli amici della politica con qualche santo in paradiso. C’è pure la sede quasi regalata al gruppo degli Hammerskin, coperti dalla sigla “Lealtà-Azione”. Se gli skinhead si considerano “l’élite giovanile proletaria”, gli Hammerskin vogliono essere “l’élite dell’élite”, i migliori tra gli skinhead, scelti tra quelli che più si distinguono per l’orgoglio di essere skin, la fedeltà ai valori, l’amore per le tradizioni. Nuovi cavalieri di un Medioevo postmoderno, sempre pronti a combattere per la Tradizione, crociati già schierati in difesa dell’Europa bianca e del Sacro Sepolcro in cui riposano Valori ormai ridotti a scheletro.

Sono i più decisi fautori della “supremazia della razza bianca”, nati nella seconda metà degli anni Ottanta da una costola del Ku Klux Klan a Dallas, nel Texas, e poi dilagati in Europa, tra concerti di musica pesante e abbondanti bevute di birra. Simbolo, tatuato sul corpo dopo un lungo percorso iniziatico, i due martelli in marcia tratti dal film The Wall, in cui Alan Parker veste d’immagini le musiche dei Pink Floyd. Ma gli Hammerskin ne rovesciano il senso e le intenzioni: il loro doppio martello rappresenta la forza irresistibile in marcia per abbattere i muri che proteggerebbero le minoranze etniche e religiose che minano la Tradizione e la supremazia della Nazione bianca.

L’ottobre scorso ha fatto scandalo il convegno organizzato da “Lealtà-Azione” su Léon Degrelle, criminale di guerra e comandante di una divisione delle Waffen-SS: a Milano, in una sede gentilmente concessa dall’Aler di Milano (l’ente che gestisce le case popolari). Adesso, dopo molte e reiterate insistenze del consigliere regionale dell’Italia dei valori Stefano Zamponi, l’Aler ha dovuto scoprire le carte. Ha così finalmente consegnato la documentazione sul contratto d’affitto del negozio di viale Brianza 20, a Milano, offerto come sede a “Lealtà-Azione”. Vi si scopre che lo spazio è stato concesso a trattativa privata: dunque il gruppo nazista è stato scelto espressamente. L’affitto è un vero regalo: 3.302 euro l’anno.

L’intestatario del contratto è Norberto Scordo, leader degli Hammerskin italiani, che ha una storia di tutto rispetto. È stato condannato, insieme ai due fratelli Alessandro e Franco Todisco, per aver aggredito nel 1992 a martellate (appunto) due giovani, un ragazzo e una ragazza di 18 anni, appena usciti dal Centro sociale Leoncavallo. In seguito è stato arrestato per aver pestato a sangue alcuni punkabbestia, alle colonne di San Lorenzo. Processato per direttissima, è stato condannato a sei mesi di carcere.

Ma chi c’è dietro Scordo e la sua banda di fan di birra e nazirock? Alcuni politici del Pdl che fanno da ponte tra il partito di Silvio Berlusconi e le frange neonaziste. Tra questi, Marco Osnato, consigliere comunale a Milano e genero di Romano La Russa, che poi è il fratello del ministro della Difesa Ignazio La Russa. Osnato è consigliere dell’Aler, è colui che ha permesso che la trattativa privata approdasse a un bel contratto. Tante associazioni di volontariato e d’impegno civile a Milano non riescono a ottenere una sede. Grazie alla spinta di Osnato, invece, gli Hammerskin di Scordo & camerati hanno trovato casa.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/02/24/nazi-affittopoli-amilano-c%E2%80%99e-anche/93684/

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Valerio Verbano: a trentuno anni dalla morte, come fosse ieri!

Supponiamo che la vostra vita si svolga in un Paese Normale, diciamo civile, supponiamo poi di avere un figlio, uno sveglio, uno che le cose non se le fa mandare a dire e coltiva un ideale. Supponiamo di essere negli anni ’70, sullo scorcio cioè. Anni ’80 ma di cui non ci sono manco le tracce di rampantismo. La gioventù è impegnata e i ragazzi gridano forte i loro diritti. I pugni alzati come tanti piccoli soli in un cielo grigio. Supponiamo che sullo sfondo a fare da spettatori ci siano personaggi come Pasolini che guardavano questo Paese con aria distaccata eppure pregna di consapevolezza. Sono passati 30 anni e più dalla guerra e l’MSI ricostituisce di fatto il Partito Fascista. Ma nessuno fiata, pure se ci sono le bombe, una, due, e un anarchico è stato fatto volare giù. Supponiamo che l’aria si surriscalda e i suoi passi, di quel ragazzo, non si fanno più tanto sicuri. E’ l’Italia della DC e degli armadi della vergogna. E’ l’Italia che vuole dimenticare ma vive con l’acqua alla gola la profonda schizofrenia politica. Infondo la lotta di piazza non è nemmeno ai primi vagiti. Quando si va a scuola si discute e si lotta, anche solo a parole, ma nemmeno tanto. Si scende in piazza e il confronto coi fascisti non è all’acqua di rose. Walter muore, proprio vicino alla sede del FUAN alla Balduina. Ci sono i fratelli De Angelis, c’è la manovalanza della destra romana che va a Milano e uccide con modalità da spedizione Fausto e Iaio. Supponiamo che siano appoggiati e protetti. Frank Turatello, La mala del Brenta, gli interessi sulla droga, strategia pronta a sterminare anche tanti compagni, stavolta però senza bombe, né dell’incauto intervento delle forze dell’Ordine. Supponiamo che una madre e un padre, come milioni di padri e madri, vivano e abbiano occhi per l’unico figlio. Che addirittura quando possono lo seguano alle manifestazioni, salendo sul treno come di nascosto. Supponiamo ma nemmeno per esibizione di retorica che questo ragazzo abbia redatto assieme ai suoi amici un archivio, alla faccia dei suoi soli 19 anni, con nomi, indirizzi e fotografie. Supponiamo cioè che questo archivio sia stato sequestrato dalla polizia, e sia stato utile a un giudice, Mario Amato, che arriverà a predire eventi gravi e luttuosi a costo della sua stessa vita, ferita aperta che questo Paese lo scorso 2 Agosto non ha voluto nemmeno commemorare istituzionalmente: La Strage di Bologna, Fioravanti e Mambro che certamente sanno eppure incontrano Carla, negano non creduti. Allora non supponiamo più. Perché il 22 Febbraio di trentuno anni fa quel ragazzo viene ammazzato a casa sua con un colpo alle spalle e i suoi genitori legati e imbavagliati nell’altra stanza. Ammazzato da un commando fascista che aveva a cuore il dossier, da sottrarre perché evidentemente pericoloso per contenuti chiari e accuse dirette a chi e cosa. Supponiamo che dopo trentuno anni quella madre ogni giorno passi davanti al divano dove il ragazzo, Valerio Verbano, è caduto. E lo guardi sempre con una stretta al cuore, ma non abbia nemmeno la forza di mettersi a piangere, perché sa che non servirebbe. E piangere non ha pianto mai. Supponiamo che i colpevoli alla fine si sappiano, tirando un po’ le fila senza forzare. Supponiamo che lo Stato non li voglia, a distanza di trentuno anni consegnare alla giustizia, e che preferisca un lento oblio della vittima fino, un giorno, a deformarne volto e storia. Allora anche qui, non supponiamo più. Perché quel ragazzo che ora vede un gattino di pezza al suo posto non è stato mai rimosso dalla memoria dei compagni. Pretendono di sapere. Non ci stanno ad assistere a questo lento stillicidio di ricordi. Nessuno ha mai detto, Carla per prima “supponiamo che mi sia stancata di lottare e che voglia ritirarmi a vita privata, a carezzare quel dolore come se fosse fatto di peluche”. No, nemmeno dopo trentuno anni. Perché ancora una volta Roma e Tutti i Compagni saranno insieme a ricordare quel Compagno caduto fra le braccia di uno Stato iniquo che promette e non mantiene mai quando si tratta di giustizia e che, quando può prende un nome e una storia e la calpesta facendola balzare agli onori della cronaca come un fenomeno mediatico. Ma Valerio, no, e ancora una volta saremo insieme a gridare una frase che non è un auspicio, non è uno slogan, non è un rituale consumato. Ma è espressione di ciò che veramente a trentuno anni di distanza ancora accade: VALERIO VERBANO VIVE!

“Non voglio vendetta ma solo giustizia, quella che è stata negata fino ad ora dal silenzio assordante che ha coperto l’assassinio di mio figlio”, Carla Verbano.

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BRESCIA: AGGRESSIONE FASCISTA AI DANNI DI TRE ANTIFASCISTI

Siamo solidali con le compagne e i compagni aggrediti a Brescia da un gruppo di fascisti e xenofobi di Forza nuova, partito che, nonostante la sua palese matrice fascista e anticostituzionale non è ancora stata dichiarata fuorilegge ma gode di complicità e appoggi nelle istituzioni.

Vile aggressione squadrista ai danni di tre antifascisti avvenuta la sera di giovedì 10 febbraio

Il gruppuscolo fascista Forza Nuova, espressione di sentimenti “quali la xenofobia, il razzismo, la violenza e l’antisemitismo” (pronunciamento della Corte di Cassazione del 10 febbraio 2011) e le formazioni quali Fiamma Tricolore e Casa Pound, dietro il paravento di ‘Brescia identitaria’, giovedì sera, hanno perpetrato una vile aggressione contro tre militanti ANTIfascisti.
Era in corso una loro parata di commemorazione, in città, in occasione dell’anniversario che ricorda i martiri delle foibe: forti di alcune decine, gli squadristi, provenienti anche da città e province limitrofe – affiancati dalle forze dell’ordine – armati di manganelli (di vari tipi e fogge) e tirapugni, con lo “stile” ed il “coraggio” che li contraddistingue, hanno aggredito una ragazza, colpendola sulla testa ed il viso con armi improprie e, dopo averla scaraventata a terra, con calci in tutte le parti del corpo.
A questo punto tre cittadine e due cittadini antifascisti hanno visto la scena e hanno cercato di intervenire in difesa della persona che stava subendo l’ignobile pestaggio.
Una di questi si è rivolta verbalmente ai fascisti, facendo notare l’assurdità di un pestaggio di venti uomini contro una donna. Uno degli aggressori, dopo averle gridato: “Troia, tu dovevi startene a casa”, le sferrava un potentissimo pugno, tant’è che è stata trasferita all’Ospedale Civile con urgenza. Assisteva a tutta questa espressione di “fascistissimo coraggio”, un’altro antifascista che interveniva nella situazione ma, colpito con calci e pugni finiva ripetutamente a terra. Gli agenti in borghese hanno assistito senza intervenire, e fintamente terrorizzati dai loro ‘alleati’, permettevano ai picchiatori di andarsene tranquillamente. Nessun fascista è stato individuato, fermato o denunciato. Hanno lasciato la piazza indisturbati tronfi della violenza scatenata contro due donne.
Il risultato di questo raid squadristico è di due antifasciste ricoverate al pronto soccorso con esiti di gravi percosse e una frattura al setto nasale. Due gli antifascisti denunciati, rispettivamente, per tentato furto (la presunta asportazione della corona d’alloro deposta dai fascisti lungo il percorso a ricordo dei cosiddetti martiri delle foibe) e ‘rissa’.
Nessun aggressore è stato individuato, fermato o denunciato.
L’odio verso i fascisti, di ieri e di oggi, sono a testimoniarlo gli otto Compagni assassinati in Piazza della Loggia.
Veri e reali, non presunti come i cosiddetti martiri delle foibe.
A questo proposito, ma proprio per ultimo, ricordiamo al presidente dell’ Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, che non è con la menzogne e con le falsificazioni storiche che riuscirà a far prevalere i propri interessi
Continueremo a denunciare la pericolosità di queste formazioni, la loro impossibilità ad esistere in una democrazia, ad esigere che non abbiano spazio pubblico, a fronte delle aggressioni, provocazioni, manifestazioni pubbliche, sempre autorizzate dalle istituzioni.
Continueremo a arginare i tentativi di riscrivere la storia e ricorderemo sempre il sacrificio dei partigiani italiani e di tutto il mondo, a difesa della libertà contro il nazifascismo.

La verità è sempre rivoluzionaria.

http://fuochidiresistenza.noblogs.org/?p=592

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La Cassazione assolve il «Corriere» nella causa contro Forza Nuova

Non è reato definirla una formazione «fascista e portatrice di valori quali la xenofobia»

ROMA – Assolto il Corriere, ribadita la natura fascista e antisemita di Forza Nuova. La Cassazione mette un punto fermo sulla questione nata da una cronaca del 2006: definire Forza Nuova una formazione politica «fascista e portatrice di valori quali la xenofobia, il razzismo, la violenza e l’antisemitismo» non è reato e rientra nell’esercizio del diritto di critica.

LA SENTENZA – Lo ribadisce la Quinta Sezione della Cassazione secondo la quale è corretta «l’attribuzione agli appartenenti a quella stessa associazione di espressioni quali nazifascisti e neonazisti sul riflesso che, alla luce dei dati storici e dell’assetto normativo vigente durante il ventennio fascista, la qualità di fascista non può essere depurata dalla qualità di razzista e ritenersi incontaminata dall’accostamento al nazismo». La Cassazione con la sentenza 4938 ha bocciato così il ricorso della Procura di Roma che si era opposta all’assoluzione dal reato di diffamazione imputata al giornalista Paolo Brogi e al direttore Paolo Mieli decisa dal gup per un servizio nel quale l’allora vice presidente della Provincia di Roma, Nando Simeone parlando di un corteo organizzato nella capitale da Forza Nuova aveva affermato che «non era tollerabile che spazi politici e di espressione» fossero «lasciati a disposizione di organizzazioni chiaramente fasciste e portatrici di valori quali la xenofobia, il razzismo, la violenza e l’antisemitismo».

http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/11_febbraio_11/assoluzione-corriere-forza-nuova-181447279956.shtml

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