IL SALUTO ROMANO E’ REATO

Sembra strano dirlo ma in questo Paese fa notizia che la Corte di Cassazione di Firenze abbia condannato un neofascista per aver fatto il saluto romano inneggiando al fascismo. Dovrebbe essere scontato, dovrebbe essere normale. Invece fa notizia.

 

LA SENTENZA

Cassazione: il saluto romano resta reato
se con cori razzisti o per il fascismo

La pronuncia della suprema corte nata dalla vicenda di una manifestazione del 2005 a Firenze, in cui il gesto era stato accompagnato da slogan inneggianti al razzismo ed al regime. L’imputato negava di essere lui l’uomo travisato “incastrato” dalle foto della polizia

Cassazione: il saluto romano resta reato se con cori razzisti o per il fascismoIl ‘Palazzaccio’, sede della Corte di Cassazione

ROMA – Va condannato chi fa il saluto romano, inneggiando al razzismo e al fascismo. Lo ha deciso la sesta sezione penale della Cassazione, confermando la pena inflitta dalla Corte d’appello di Firenze a Lorenzo F.,un 50enne toscano che, in concorso con altre persone, durante una “pubblica riunione”, aveva effettuato il saluto romano scandendo “slogan inneggianti al razzismo e al regime fascista”. La suprema corte ha dichiarato inammissibile il ricorso dell’uomo, secondo cui non vi era certezza che il soggetto ritratto nelle foto da cui era scaturita l’indagine fosse proprio lui.

Nelle fotografie, infatti, era raffigurato un uomo con il “capo coperto da un cappello, una sciarpa sul volto e un giubbotto imbottito”: il riconoscimento dell’imputato si era basato sulla testimonianza di un poliziotto che aveva dichiarato di conoscerlo “dal 1990”. Il fatto risale al 23 aprile del 2005, quando a Firenze si era svolta la manifestazione del gruppetto neofascista.

La Cassazione, confermando la condanna in secondo grado, ha rilevato che “il giudice d’appello ha fondato il proprio convincimento sulla circostanza che gli imputati erano soggetti già noti alle forze di polizia (in particolare alla Digos e alle Questure della Toscana) per la loro partecipazione ad altre manifestazioni del genere” e che il ricorrente “era pluripregiudicato e, perciò, anche sotto questo profilo, era noto alle forze di polizia”. I giudici del merito, conclude la sesta sezione penale, “hanno

poi posto in rilievo come l’imputato avesse la parte inferiore del volto (dal naso in giù) coperta da una sciarpa, che non ne impediva il riconoscimento da parte di chi già lo conoscesse”.

http://www.repubblica.it/cronaca/2012/09/17/news/saluto_romano_reato-42714252/?ref=HREC1-4

 

 

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