Mostra sul tricolore manda su tutte le furie l’Anpi
Il presidente dei partigiani: “Un’offesa alla Resistenza”
Teseo Tesei e la Decima Mas: sono gli esempi di eroismo elencati in uno dei pannelli. In un altro la scelta di entrare in guerra come dettata dalle “contingenze internazionali”
Milano, 18 novembre 2011 – Teseo Tesei e la Decima Mas: sono gli esempi di eroismo elencati in uno dei pannelli della mostra sul tricolore allestita a Palazzo Isimbardi intitolata “Tre colori per una Patria. Storia della Bandiera Italiana”. La mostra ha mandato su tutte le furie l’Anpi e il Pd. Anche perché il pannello sulla Seconda Guerra Mondiale spiega la scelta di entrare in guerra come dettata dalle “contingenze internazionali” e aggiunge che dopo l’8 settembre “l’Italia è scossa da una guerra civile, terribile, orrenda, che si conclude in un bagno di sangue”. Una definizione che è “inaccettabile” per l’associazioni partigiani di Milano che ha scritto un comunicato di “indignazione”.
“E’ un’offesa alla Resistenza – ha detto il presidente onorario dell’Anpi Lombardia Antonio Pizzinato -. Che una istituzione della Repubblica italiana nata dalla resistenza faccia una mostra in cui giustifica la guerra fascista e dice che a salvare l’onore è stata la X Mas è un’offesa”, offesa “duplice” visto che è stata fatta in una citta’ medaglia d’oro al valore per il suo impegno nella liberazione, e a Palazzo Isimbardi vicino alla lapide dedicata ai caduti.
“L’Anpi di Milano ha protestato fieramente – ha aggiunto Pizzinato – e anche l’Anpi Lombardia condivide e si sente offesa come tutti i milanesi democratici”. Le critiche per questo ‘’scempio storico’’, dirette soprattutto all’assessore alla Cultura Umberto Novo Maerna (Pdl con un passato in An), arrivano anche dal Pd, che chiede al presidente della Privincia Guido Podestà di non esporre mai più la mostra e mettere le ‘’opportune rettifiche’’ sul sito della Provincia. ‘’Se uno studente dicesse queste cose all’esame di terza media verrebbe bocciato – ha sottolineato il capogruppo del Partito democratico in Provincia Matteo Mauri -. Usare le istituzioni, i soldi pubblici e la propria posizione per difendere idee condannate dalla storia e’ un gesto vergognoso che deve essere censurato da tutti”