I nostri consiglieri di circoscrizione, ci comunicano che anche qui in zona 8 è stata presentata una mozione per intitolare una via a Giorgio Almirante, oltre a quella per intitolare piazza Gramsci a Bettino Craxi. Siccome i fascisti non ci fanno mancare nulla, c’è anche la proposta di apporre una targa a ricordo di Luisa Ferida, attrice e amante di Osvaldo Valenti, anche lui attore ma soprattutto ufficiale della X mas, vicino a Villa Triste, proprio il luogo dove i due si divertivano mentre venivano torturati gli antifascisti.
Il paragone tra Craxi e Gramsci è oltraggioso di per se: mentre il primo, corrotto e latitante è scappato in Tunisia per non affrontare la legge Gramsci, fondatore del Partito comunista, si è fatto anni di carcere per le sue idee grazie al tribunale speciale fascista
« Non ho mai voluto mutare le mie opinioni, per le quali sarei disposto a dare la vita e non solo a stare in prigione […] vorrei consolarti di questo dispiacere che ti ho dato: ma non potevo fare diversamente. La vita è così, molto dura, e i figli qualche volta devono dare dei grandi dolori alle loro mamme, se vogliono conservare il loro onore e la loro dignità di uomini »
Di Giorgio Almirante, fascista, repubblichino e redattore della rivista “La difesa della Razza” parla questo bando
Giorgio Almirante: storia di un fucilatore di partigiani
http://www.osservatoriodemocratico.org/page.asp?ID=2952&Class_ID=1009
Giorgio Almirante, il 17 maggio 1944, in qualità di Capo di Gabinetto del Ministro della Repubblica sociale italiana Mezzasoma, firmò un bando in cui fra l’altro si ribadiva la pena di morte per i giovani che non avessero risposto alla chiamata alle armi nell’esercito repubblichino.Qui di seguito il testo del bando antipartigiano.
PREFETTURA DI GROSSETOUFFICIO DI P.S. IN PAGANICO
COMUNICATO
Si riproduce testo del manifesto lanciato agli sbandati a seguito del decreto del 10 Aprile: "Alle ore 24 del 25 Maggio scade il termine stabilito per la presentazione ai posti militari e di Polizia Italiani e Tedeschi, degli sbandati ed appartenenti a bande. Entro le ore 24 del 25 Maggio gli sbandati che si presenteranno isolatamente consegnando le armi di cui sono eventualmente in possesso non saranno sottoposti a procedimenti penali e nessuna sanzione sarà presa a loro carico secondo quanto è previsto dal decreto del 18 Aprile. I gruppi di sbandati qualunque ne sia il numero dovranno inviare presso i comandi militari di Polizia Italiani e Tedeschi un proprio incaricato per prendere accordi per la presentazione dell’intero gruppo e per la consegna delle armi. Anche gli appartenenti a questi gruppi non saranno sottoposti ad alcun processo penale e sanzioni. Gli sbandati e gli appartenenti alle bande dovranno presentarsi a tutti i posti militari e di Polizia Italiani e Germanici entro le ore 24 del 25 maggio.Tutti coloro che non si saranno presentati saranno considerati fuori legge e passati per le armi mediante fucilazione nella schiena. Vi preghiamo curare immediatamente affinché testo venga affisso in tutti i Comuni vostra Provincia."
p. il Ministro Mezzasoma – Capo Gabinetto GIORGIO ALMIRANTE
Dalla Prefettura 17 Maggio 1944 – XXII
Luisa Ferida invece era una diva del cinema degli anni Trenta, che intrattenne una relazione con l’attore Osvaldo Valenti, anche lui molto celebre all’epoca. I due aderirono convintamene al fascismo e alla repubblica di Salò e nella primavera del 1944 Valenti entrò col grado di tenente nella Xª Flottiglia MAS comandata dal principe Junio Valerio Borghese e si trasferì a Milano con la Ferida. Qui entrò in contatto con Pietro Koch, torturatore di partigiani. Più volte furono visti a Villa Triste, luogo dove si svolgevano gli interrogatori e le torture degli antifascisti.
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Si chiedono cosa ha fatto Giorgio Almirante?
Ha fatto ( da volontario) 5 anni di guerra e due di latitanza dormendo nei vagoni dei treni abbandonati per non rinnegare il suo credo: i partigiani lo cercavano per fucilarlo.
Ha aderito alla Repubblica Sociale perché era un uomo di grande fedeltà e dignità.
Poteva solo morire perché combatteva una guerra già persa.
Ha rischiato la morte per le sue idee: non mai consegnare l’Italia al capitalismo americano e alla barbarie comunista o capitalismo oligarchico di Stato.
Credeva nella Patria libera dalle ingerenze straniere e nella socializzazione delle imprese (gli operai sono padroni: cogestione e distribuzione equa degli utili e non lavoro subordinato o salariato).
Nel dopo guerra è stato sempre segregato ed emarginato.
Non si è piegato mai a compromessi o cedimenti: ONORE.
Lasciava al Partito gran parte del guadagno da parlamentare e anche ciò che ereditava personalmente.
Era onestissimo e non non sapeva nemmeno cosa significasse la parola RUBARE.